FESTA DELLE FORZE ARMATE 2020 – ANCHE NOI DELLA POLIZIA LOCALE CI SIAMO!

FESTA DELLE FORZE ARMATE 2020 - ANCHE NOI DELLA POLIZIA LOCALE CI SIAMO!

IL PRESIDENTE NAZIONALE UPLI SCRIVE AL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA E AL MINISTRO DELLA DIFESA PER RICORDARE LE AZIONI MILITARI MDELLA POLIZIA LOCALE

  Laura Crapanzano.              –               Sergio Mattarella  

 

Abstract: Il presidente nazionale ha scritto al Presidente della Repubblica e al Ministro della difesa per ricordare le gloriose azioni militari e il tributo di sangue della Polizia locale che ha dimostrato di essere capace anche di combattere in guerra e anche sotto le bombe di difendere i cittadini, e che ancora oggi è denigrata, messa in discussione persino nel ruolo di polizia, mortificata da un ordinamento e da un contratto che li equipara agli impiegati d’anagrafe e rende la divisa qualcosa di mobile, che si può indossare o dismettere passando a piacere -o secondo convenienza politica- al ruolo amministrativo o tecnico.

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4 novembre 2020

Onorevole presidente.
MATTARELLA on.dott. Sergio
Presidente della Repubblica
Comandante delle Forze armate
Presidente del Consiglio supremo della difesa                                                                 protocollo.centrale@pec.quirinale.it

e p.c.
Ill.mo sig.
GUERINI on.dott. Lorenzo
Ministro della difesa
segreteria.ministro@difesa.it 

 

FESTA DELLE FORZE ARMATE 2020 – ANCHE NOI DELLA POLIZIA LOCALE CI SIAMO!

La ricorrenza del 4 novembre fu istituita nel 1919 per commemorare la vittoria italiana nella prima guerra mondiale, evento bellico considerato completamento del processo di unificazione risorgimentale, la data dell’entrata in vigore dell’armistizio di Villa Giusti (firmato il 3 novembre 1918) e della resa dell’Impero austro-ungarico e poi divenne “Giorno dell’Unità Nazionale” oltre che “Giornata delle Forze Armate”.

“Io ci credo” è il claim del 4 novembre e la bandiera italiana, sotto la quale il Paese si è sempre unito, dalla prima guerra mondiale alla seconda sino alla liberazione dal giogo nazifascista e anche quest’anno, durante il lockdown quando – e non solo oggi – la Polizia locale ha pagato un alto tributo al servizio per la sicurezza dei cittadini e per la difesa della patria.

In questa giornata voglio tuttavia ricordare proprio le azioni militari, la difesa dell’onore e dei confini della patria, azioni che non sono estranee alla nostra storia ma che sono state troppo spesso e troppo diffusamente dimenticate per essere oggi completamente ignorate, nonostante l’eroismo e il tributo di sangue.

Eppure, solo per fare qualche esempio, basterebbe ricordare i 111 Vigili urbani di Firenze che hanno prestato il proprio servizio e hanno dato il sangue per la difesa militare della patria inquadrati nelle brigate Bisagno e Liguria a partire dal 1916, la presa di Fiume – oggi Rijeka – il 3 Maggio 1945, compiuta da un battaglione di Vigili urbani assieme con Carabinieri e Guardie di finanza, azione militare eroica e sanguinosa che causò la morte di tutti i partecipanti all’azione truvidati dalle truppe di Tito che ripresero la città grazie al numero soverchiante di attaccanti.

Le azioni eroiche della resistenza della Polizia locale, come quella del 26 Aprile, 1945 a Milano, dove squadre di Vigili urbani inseguirono e bloccarono un autoblindo e quattro autocarri carichi di fascisti della X Mas, il sacrificio di Aristide Rossi, Vigile urbano di Milano ucciso a manganellate dalle squadracce fasciste e del suo collega Luigi Vacchini, deportato, torturato e ucciso a Mauthausen dai nazisti, Vittorio Fiocchi, comandante della 113 Brigata bis Garibaldi, il sacrificio dei 12 Vigili urbani di Barletta, che erano rimasti gli ultimi tutori della legge e difensori della città di Barletta e, per questo, furono trucidati in quella che fu la prima strage nazista in Italia il 12 settembre 1943.

Però la Polizia locale, che ha dimostrato di essere capace anche di combattere in guerra e anche sotto le bombe di difendere i cittadini, ancora oggi è denigrata, messa in discussione persino nel ruolo di polizia, mortificata da un ordinamento e da un contratto che li equipara agli impiegati d’anagrafe e rende la divisa qualcosa di mobile, che si può indossare o dismettere passando a piacere -o secondo convenienza politica- al ruolo amministrativo o tecnico.

Anche noi ci crediamo signor Ministro, anche noi abbiamo fatto le guerre, anche noi abbiamo pagato un tributo di sangue, sempre dalla parte giusta, quella della legalità, della giustizia e soprattutto della patria.

Viva l’Italia, viva i combattenti per la patria, viva la Polizia locale.

Dott.ssa Laura Crapanzano
Presidente nazionale

 

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Ricordo del 4 novembre 2020

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Socio fondatore e Segretario Generale dell'UPLI